Marvel IT presenta
#11 – RAGNATELE D’INGANNI
Parte terza.
di Carmelo Mobilia, Carlo Monni e Mickey
San
Francisco. Sede della Divisione Servizi Forensi.
Ben Reilly entra trafelato e corre lungo il
corridoio per raggiungere il suo cubicolo.
-Tranquillo, Reilly.- gli si rivolge Larry Talenkov
–Non sei più in ritardo del solito.
-Mi tranquillizzi davvero dicendo così, Larry.-
replica Ben –La Lennox è arrivata?
-No, volevi parlarle?
-Volevo solo dirle che mi prenderò qualche giorno di
ferie: ho degli affari personali da sbrigare.
-E come la metti con il tuo arretrato, ispettore
Reilly?
La
voce di donna fa sobbalzare Ben, che si volta per vedere il suo superiore, il
Tenente Shirley Lennox, capo dell’Unità Scena del Crimine.[1]
-Non ho molto arretrato e conto di sbrigarlo
stamani.- si affretta a replicare Ben -Mi metto subito al lavoro.
-Sarà meglio. Vengo or ora da un colloquio col Capo
della Divisione e pare che siamo tutti sotto pressione.
-Non sarà per il caso Ellis?- chiede con una punta
di apprensione Ben –Ci sono novità?
-Nessuna che io sappia. Noi abbiamo fatto tutto
quello che potevamo fare e non è certo colpa nostra se Marie non ha trovato
niente nell’hard disk danneggiato del computer di Ellis. Il nostro assassino è
stato violento ma anche abile. Beh, diamoci una mossa: quello di Ellis non è
l’unico crimine di questa città, il lavoro non ci manca purtroppo. Va a
guadagnarti le ferie Reilly.
-Corro, capo.
Las Vegas,
Nevada.
<<Questa
è una 38 pollici, un’arma poco
ingombrante, adatta a una donna. La può portare nella borsetta senza accorgersi
di averla. Acciaio cromato, canna corta, ha una meccanica di precisione …
alcune pistole sono giocattoli, ma questa no: la può usare tutto il giorno come
martello, poi va a sparare e le fa un centro dopo l’altro.>>[2]
così le aveva detto quel venditore. Helen è andata poi al poligono di tiro per
provarla e adesso si accorge che aveva ragione: la pistola si adatta
perfettamente alle sue esigenze: non è troppo pesante, non si sbilancia quando
spara e il rinculo è minimo. Ormai ci ha fatto l’abitudine e comincia a fare
centro con una certa frequenza. Deve avercelo nel sangue in fondo è pur sempre
la figlia – o meglio, il clone della figlia – di un capitano della polizia.
Quando torna al suo motel, la prima cosa che fa è
una doccia calda, per togliersi l’odore della polvere da sparo. Uscita dalla
doccia, con ancora addosso l’accappatoio va al tavolo, dove c’è la busta che
qualche giorno fa le ha consegnato Lindsay McCabe. Lì dentro ci sono le foto e
gli indirizzi dei cinque bastardi che le hanno rovinato la vita. Dice a se
stessa che è pronta, che la mano non le tremerà quando sarà il momento.
Continua a ripeterselo, ma è più una preghiera che una sincera convinzione.
Ufficio
della Drew & McCabe Investigations. Prima mattina
La Donna Ragno plana con grazia sino al cornicione
della finestra del suo ufficio e vi entra rapidamente. Deve ammetterlo: essere
di nuovo una supereroina le piace e sarà bene che sia i delinquenti che i
poliziotti si abituino ad averla in giro come una volta. Mentre si sfila la maschera rivelando i dolci
lineamenti di Jessica Drew, ecco che nell’ufficio entra la sua socia e
coinquilina Lindsay McCabe. La bionda ex modella ed ex attrice quasi sobbalza
vedendola in costume.
-Scusa Jess. Non mi sono ancora abituata a rivederti
con addosso quella tenuta
-Ti capisco, Lindsay: anch’io mi sento ancora un po’
spaesata dopotutto.
-Picchiato qualche cattivo?
-Qualcuno.—risponde Jessica con un sorriso. –E tu?
Hai qualche novità sui casi di cui ci stiamo occupando? Quella Spacey di cui mi
hai parlato, ad esempio?
-Si e l’ho comunicato alla cliente.[3]
Intanto ho trovato anche qualcosa sul caso Tyne: ho rintracciato il percorso di
un carico che da Portland nell’Oregon è arrivato in un laboratorio Oscorp nei
pressi di New York. Il carico non era specificato, ma potrebbe essere stato il
piccolo Tyne, visto che nel trasporto erano incluse attrezzature mediche
sofisticate.
-Sei diventata un’abilissima hacker Lindsay,
complimenti.
-Una delle mie tante doti.
-Chiamiamo i clienti.
-Ho provato al numero di Reilly, ma non risponde,
Miss Tyne sarà qui a mezzogiorno.
-Sei perfetta, non so cosa farei senza di te.
-Meglio non scoprirlo mai, ti pare?
San
Francisco. Sede della Divisione Servizi Forensi.
L'ispettore
Reilly alza gli occhi dall'ultimo rapporto che deve consegnare. Il tenente è
stata ingiustamente severa con lui: non si è preso un giorno libero da quando è
andato a Portland alla ricerca di David [4].
E non è un caso che, mesi dopo, sia di nuovo il bambino il motivo scatenante.
Gli
sovviene in mente di aggiornare Peter Parker sulla situazione, soprattutto se
dovranno vedersi a New York. Per questo si allontana dalla sua postazione con
il cellulare, per chiacchierare al riparo da orecchie indiscrete.
-Peter,
sei al lavoro? Puoi parlare?
-Veramente
sono a casa. Sono uscito da poco dall’ospedale, ma non preoccuparti, niente di
grave[5]...
adesso. Kaine… voglio dire Abel… te
ne ha accennato...?
-Non
ho contatti con lui da quando ho lasciato New York[6]
- gli ricorda Ben, con una nota di tristezza e imbarazzo.
-Non
si sa mai. Poi ti racconto, basta che non arrivi la notizia a Mary Jane che non
voglio farla preoccupare inutilmente. Dimmi tutto.
-Ok,
poi mi spieghi. Senti, ho ingaggiato Jessica Drew per la faccenda di mio figlio
e mi ha dato la conferma di ciò che avremmo dovuto sospettare.
-Cioè?
-Che dopo che la Garid[7]
è stata rilevata dalle industrie Osborn[8],
casualmente - riferisce, con tono
sarcastico - hanno trasferito David nella sede di New York.
-Mmm... io contavo sul fatto che Norman avesse dimenticato tutto...
-Fino
a un certo punto. Ricorda la sua faida con l'Uomo Ragno e ricorderà anche di...
avermi ucciso - abbassa la voce, per
non farsi sentire e per attenuare il peso del ricordo - o che, ufficialmente,
lui mi ha tenuto sequestrato per anni, e così via. E siccome David avrà dei
geni ragneschi, e io ho fatto il tentativo di riprendermelo... l'interesse gli
sarà sorto.
-Ha
senso. Mi dispiace di non essermi dato da fare di più in questo senso. Appena
esco di qui ci lavoriamo su. Posso almeno parlare con Liz.
-È
un'idea, ma per ora non farei nessun passo: non vorrei che mettessi in allarme
Osborn e che rimescolasse le carte prima che possiamo intervenire.
-Aspetto
tue direttive, allora. Verrai qui? Tanto ho casa libera e mi farebbe piacere
vederti, a prescindere da tutto. Lavoro permettendo.
-Sto
aspettando il permesso di andare in ferie e vorrei mettermi d'accordo con
Elisabeth, che però non riesco a rintracciare...
-Fammi
sapere. Ci sono novità sulla morte di Ken?
-Pare
sia stato Tarantula Nera, con un complice giapponese o cinese. Mi sfugge ancora
il movente, ma intanto il Ragno Rosso rimane il principale indiziato e non ho
prove da portare a discolpa.
-Ne
usciremo come ne siamo usciti tante volte.
-Che
insolito ottimismo per un Parker.
-Effetti
collaterali di una morte scampata.
-Ehi,
raccontami cosa ti è successo...
San Francisco International Airport. San Mateo County,
California.
Elizabeth Tyne si guarda un attimo indietro poi
scuote le spalle e si avvia verso il Terminal 2 ed il suo volo per New York.
Grazie a quello che le ha detto Lindsay McCabe, ora ha un’opportunità di
trovare suo figlio e non se la lascerà sfuggire. Non sa bene cosa farà una
volta che avrà raggiunto il posto indicatole, ma non le importa: vuole essere
vicina a suo figlio. Ha commesso un errore ad abbandonarlo una volta, non lo
farà di nuovo. Avrebbe preferito che Ben fosse venuto con lei, ma non è
riuscita a rintracciarlo e non vuole aspettare di più: quando leggerà il
messaggio che lei gli ha lasciato sul cellulare potrà raggiungerla, se lo vorrà
ed Elizabeth spera proprio che lo faccia.
Prende posto nell’aereo e cerca di non pensare a
quel che potrà succedere. Solo David conta adesso, il resto non ha importanza.
Laboratorio
biomedico della Oscorp New York.
È
notte quando due speciali ospiti si aggirano per questo stabilimento delle
industrie Osborn. Si fermano davanti a una camera di stasi, dotata di una finestra
che permette di vedere il volto di un bambino in animazione sospesa.
-E
così, speravi di trovare una cura al tuo male grazie a questo bambino? -
domanda retoricamente Katsura al presidente della compagnia, affetto da una
malattia neurodegenerativa ignota.
-Se
la considerate un'ingenuità, sarà stata dettata dalla disperazione - ammette
Norman Osborn.
-Finché
ci saremo noi, non ne avrai bisogno. Noi, invece, avremo bisogno che David
sopravviva e cresca forte.
-Potete
guarirlo?
-Non
ancora, lo sai. Quando i tempi saranno maturi... - allude Mitsuru, per poi
chinarsi su David Tyne e fargli un segno di benedizione - Resisti, figliolo, e
avrai un grande futuro davanti a te.
San
Francisco, Casa di Jessica Drew. Tarda mattinata.
La scampanellata strappa Jessica Drew ad un
corroborante sonno. Dopo una notte intensa passata a cacciare criminali nei
panni della Donna Ragno, sperava di potersi riposare per l’intera giornata, ma
a quanto pare qualcuno ha avuto idee diverse.
Si infila rapidamente una vestaglia e scende
correndo le scale. Quando apre la porta si trova di fronte una figura
familiare, una donna che non vedeva da molto tempo.
-Bree Morrel!- esclama –Che ci fai da questi parti?-
-Ho sentito che eri tornata in azione e volevo darti
il benvenuto.- replica la detective
Si era quasi scordata che Bree Morrel è a conoscenza
della sua doppia identità, ma c’è qualcuno in giro che non è al corrente?
Possibile che solo il Ragno Rosso riesca a mantenere un segreto decente?
-Tu non fai mai visite di cortesia, tenente. Cosa
vuoi da me?
-Come sei cinica: davvero non credi che volessi solo
far visita ad una vecchia amica?- lo sguardo di Jessica è abbastanza eloquente
e Bree fa un sorriso allargando le braccia –Ok volevo sapere se per caso sai
qualcosa sul Ragno Rosso, magari dove trovarlo.
-Credi che solo perché abbiamo entrambi “Ragno” nel
nome dobbiamo per forza essere vecchi amici? Non so un accidente di lui ed
anche se lo sapessi… perché dovrei dirlo a te? Per fartelo arrestare con
un’accusa di omicidio di cui è probabilmente innocente?
-Se è davvero innocente non ha nulla di cui aver
paura, ti pare? Comunque non è solo me che deve temere.
-Cosa vuoi dire?
-Gira voce che Tarantula Nera lo stia cercando per
farlo a fettine e quello è il tipo di farlo davvero se lo trova prima di noi.
Jessica corruga la fronte. Se solo la metà delle
cose che ha sentito raccontare su Tarantula Nera sono vere, il Ragno Rosso non
ha molte speranze contro di lui. Non può lasciarlo solo anche se lui, col suo
stupido orgoglio da macho, ha rifiutato il suo aiuto.
Per le
strade di San Francisco.
Il Ragno Rosso si libra tra i palazzi appeso alla
sua tela, in attesa che il suo senso di ragno lo avvisi di qualche pericolo.
Marina gli ha detto “è a messa” ma non ha aggiunto altro. E come avrebbe
potuto, nello stato in cui si trova, quella poveretta? È una pista scarsa. Ha
provato in una chiesa sconsacrata che conosceva, ma a parte i barboni e i topi
non c’era nessuno. Dove diavolo può essersi cacciato Fabian LaMuerto? Deve assolutamente
scoprire perché ha ucciso Ellis. Cosa ne ha ricavato? E perché distruggere
anche il computer? Avrà delle risposte,
a qualunque costo. Finalmente il senso di ragno inizia a pizzicare, e il Rosso
vira nella direzione che gli ha indicato. L’intensità non è eccessiva, quindi
non si tratta di un grosso pericolo. Non per lui almeno. Non la pensa così il
tizio che grida aiuto inseguito da tre teppisti. Un tentativo di rapina che non
andrà a buon fine, pensa tra se e se Ben. Non è certo quello che stava
cercando, ma la parte dei suoi ricordi che appartiene ai Parker rammenta ancora
con dolore il menefreghismo che costò la vita di zio Ben, e dunque non si
volterà dall’altra parte. Mai. Si stacca dalla tela e atterra proprio tra i
rapinatori e la loro vittima, caduta a terra durante la corsa.
-Vaffanculo Ragno io ti apro in due! – grida
impavido uno di loro, facendo scattare la molla di un serramanico. Poi i tre
gli si fanno incontro, accerchiandolo. Una mossa tatticamente brillante, ma
completamente inutile contro il Ragno Rosso; grazie alla sua agilità sovrumana
potrebbe realmente sconfiggerli con le mani legate dietro la schiena. Spicca un
balzo e atterra con forza sulla schiena di quello armato dopodiché rimbalzando
come una palla matta colpisce un secondo assalitore al petto con un calcio. Il
terzo complice si dà alla fuga, capendo di non avere nessuna speranza, ma con
una torsione del polso dai lancia ragnatele sui polsi il Rosso spara una delle
sue tele ad impatto, che lo avvolge in un bozzolo appiccicoso. Il tutto è
durato pochi secondi.
-È tutto finito, stia tranquillo …- dice voltandosi
in direzione della vittima ma questa, ancora sotto shock, non ha smesso di
tremare.
-NON FARMI DEL MALE, TI PREGO! NON UCCIDERMI! TI
DARÒ TUTTO QUELLO CHE VUOI!– urla disperato.
-Stia calmo, io non voglio…
Ma quello non lo ascolta neppure e rimettendosi in
piedi riprende a scappare.
La fortuna di alcuni è la sfortuna di altri, e
mentre scappa il tale incappa in una volante della polizia, accorsa per via
delle grida. Gli agenti scendono di corsa dall’auto:
-È il Ragno Rosso! È ricercato per omicidio!- dice
il primo.
-Prendiamolo! – gli fa eco l’altro, mettendo mano al
manganello.
Anche loro come i teppisti di poco fa non sono certo
una minaccia per lui, ma Ben non ha nessuna intenzione di battersi con dei suoi
colleghi. Lancia verso l’altro un’altra tela, lasciando la strada,
allontanandosi dalle grida dei poliziotti che gli intimano inutilmente di
fermarsi.
Nob Hill.
Circa due ore dopo.
La Donna Ragno è ormai al terzo giro nei dintorni e
comincia a stancarsi. Con l’aiuto di Lindsay è riuscita a tracciare una mappa
delle apparizioni del Ragno Rosso fin da quando è arrivato a San Francisco,
individuando i due o tre posti in cui è stato visto più spesso. Li ha percorsi
più volte sperando di vederlo apparire, finora senza successo. Il guaio è che
Tarantula Nera potrebbe aver fatto lo stesso ragionamento ed aver avuto più
fortuna. No: la sua pazienza è stata ricompensata. Eccolo!
Il Ragno Rosso è decisamente frustrato: oltre ad
essere rimasto turbato dall’essere considerato un assassino dalle forze
dell’ordine di cui fa parte nella sua vita civile, non ha ancora trovato alcuna
traccia di Tarantula Nera, e non ha avuto nemmeno fortuna nel suo tentativo di
ritrovare Helen, comincia a temere che abbia
lasciato la città… ma perché avrebbe dovuto farlo?
Per colmo di sfortuna gli si è anche scaricato il
cellulare. Spera almeno che nessuno di importante abbia tentato di chiamarlo.
Meno male che è in ferie o la Lennox l’avrebbe tritato.
-Ragno Rosso!-
L’arrampicamuri scarlatto riconosce subito la figura
che plana davanti a lui atterrando a breve distanza.
-Donna Ragno, è un piacere vederti.- le si rivolge
raggiungendola.
-Che posso fare per te?
-Ti cercavo per avvertirti: Tarantula Nera ti sta
cercando per ucciderti.
-Non gli è andato giù lo scherzetto della notte
scorsa eh? Beh io sto cercando lui. Vediamo chi trova prima chi.
-Se quel che ho sentito di lui è vero, non puoi
affrontarlo da solo.
In effetti, pensa Ben, l’ultima volta che ci siamo
scontrati mi ha quasi ridotto in polpette e non sono nemmeno riuscito ad
impedirgli di uccidere suo zio,[9]
un po’ di aiuto mi potrebbe fare comodo.
-Ti ringrazio dell’offerta.- replica –In due
potremmo riuscire a tenergli testa.
-Non esserne troppo sicuro, Ragno.
La voce è secca come una frustata e mentre il suo
senso di ragno pizzica furiosamente Ben sa che il cacciatore ha trovato la sua
preda.
-Fabian…- gli si rivolge -Speravo che tu fossi
rinsavito, ragazzo, ma vedo che era un’illusione.
-Ti ho dato la caccia per tutta la città, ma
finalmente sono riuscito a trovarti ed ora la pagherai per tutto quello che mi
hai fatto.
Se non altro pare che non sappia chi è lui veramente
o lo avrebbe trovato molto prima a colpo sicuro, magra consolazione, comunque.
-Come vedi, non è da solo.- interviene la Donna
Ragno -Se vuoi ucciderlo dovrai combattere anche me per riuscirci.
-Non m’importa se hai portato la fidanzatina in
tinta per aiutarti, Rosso.- replica, sprezzante il loro avversario -Stanotte
morirai, stanne certo! -
Tarantula Nera passa immediatamente dalle parole ai
fatti, sferrando un violento calcio che però, grazie al suo senso di ragno, Ben
scansa abilmente. La Donna Ragno invece, vuoi anche per la lunga inattività dal
ruolo di supereroina, non è altrettanto abile, e quando Tarantula ruota il
pugno il dorso della sua mano le colpisce la tempia e la lascia stordita. Per
evitare che s’accanisca sulla sua compagna il Ragno Rosso passa all’attacco,
colpendolo al volto prima con un destro, e poi con un calcio, ma il criminale
non batte ciglio, grazie alla sua mascella di ferro.
È forte,
coriaceo e furioso. Ha steso Jessica con un solo colpo. Devo farlo stancare,
sfinirlo, pensa il Ragno Rosso.
Ma è più facile a dirsi che a farsi. La convinzione
che il Ragno Rosso abbia fatto del male a sua madre ha mandato Tarantula Nera
in uno stato adrenalinico tale da non sentire nè la fatica nè il dolore.
-Perché hai ucciso Ellis? Che cosa ne hai ricavato ad
incastrarmi?- gli chiede Ben
-Non ha importanza il perché l’ho fatto, tanto stai
per morire! -
L’affermazione conferma i suoi sospetti. È stato lui
ad ucciderlo. La sua motivazione però è ancora un mistero.
-Sei un assassino, Fabian. Come lo era tuo padre.
Non t’importa di quello che stai facendo passare a tua madre?
-STA’ ZITTO! -grida, e un suo pugno va a bersaglio
colpendolo all’addome. Il Rosso cade a terra, piegato in due dal dolore, e il
suo avversario è sul punto di schiacciargli il cranio con un piede, quando
provvidenzialmente una scarica velenosa della Donna Ragno lo colpisce alla
schiena, paralizzandolo. Mentre è bloccato Jessica ne approfitta per dargli
addosso, utilizzando su di lui il suo addestramento da spia: lo colpisce alle
ginocchia con un calcio, poi con un pugno allo sterno, e infine con un calcio
rotante alla testa. Tarantula va al tappeto. Dopo aver preso un minuto per
rifiatare, la Donna Ragno va a soccorrere il suo alleato.
-Stai bene? - chiede, aiutandolo ad alzarsi. Ma il
senso di ragno pizzica all’impazzata e il Rosso sa che il nemico non è ancora
sconfitto.
-No, non mollarlo... lui... - non riesce a finire la
frase, entrambi vengono colpiti alla schiena da un enorme palo della luce che
Tarantula ha sradicato dal marciapiede senza alcuno sforzo. Il colpo è di una
forza inaudita, i due giustizieri ragneschi perdono i sensi a causa
dell’impatto. Fabian LaMuerto è sopra di loro, impugnando tra le mani
l’improvvisata arma. Sta per dare il colpo di grazia, quando all’improvviso un
telefono squilla, a gran volume e con insistenza. Quel suono spezza la
concentrazione e dissipa l'atmosfera epica del loro scontro.
Una telefonata ha trasformato anzitempo l'inerme
Fabian Caches nel temibile erede della maledizione del manto della Tarantula.
Non può che provenire dalla stessa persona.
-Pronto?
-Harpagus, fermati. I due ragni ci servono vivi.
-Signore, sono un LaMuerto e questa è una questione
di onore. Il Rosso ha coinvolto mia madre e...
-Harpagus - insiste Mitsuru Katsura - tutto rientra
in un disegno che non puoi capire. La tua casa di San Francisco non ti serviva
più. I tempi sono maturi. Abbiamo bisogno di te, qui, a Nuova York. Devi
officiare la funzione per l'Epifania.
-Sarà un onore, Signore - si arrende la tarantola,
con il sopravvento del suo retaggio - Vi raggiungerò quanto prima.
- Porta con te i tuoi discepoli più fedeli e,
s'intende, il Rosso e la Donna, prima che riacquistino le forze.
Fabian chiude la conversazione sbriciolando il
telefono nella propria mano.
Cinque minuti più tardi, il terreno sotto i piedi di
Ben Reilly e Jessica Drew sobbalza, facendo riacquistare loro coscienza.
Sono imbavagliati, legati in una morsa d'acciaio, in
una posizione che impedisce loro ogni articolazione.
Riescono a malapena a riconoscersi nel buio. Eppure
capiscono: sono nel retro di un camion in movimento.
- Dv czz c stnn prtnd?! - biascica il Ragno Rosso.
New York.
Qualche tempo dopo.
Ben Reilly si risveglia stordito e indolenzito. Ha ricordi confusi circa le
ultime ore. Ha la sensazione di essere stato drogato o giù di lì. Ha ancora
addosso il suo costume, sudicio come se non si cambiasse da tempo.
Si guarda intorno e si rende conto di trovarsi in
una sorta di cella di antica costruzione, simile allo scenario delle segrete di
un castello da fantasy. È solo, non c'è traccia di Jessica Drew. Prova ad
alzarsi e si rende conto di essere bloccato da ragnatele. Non del tipo classico
brevettato dai Parker; ma piuttosto, simili alla tela di origine psichica in dote all'altra Donna Ragno, quella che adesso si fa chiamare Aracne. Non ha neanche il tempo di
fare ulteriormente mente locale, che la porta si apre facendo entrare tre
losche figure.
Un giapponese, Tarantula Nera e Tarantula.
-Ben svegliato, Ragno Rosso.
-Voi... dove siamo?
-Siamo a New York, nei sotterranei del Tempio a noi
dedicato. Conosci già Fabian e Domingo.
-Purtroppo... non eri in carcere, Guzman? E... cosa
volete da me? Avete ucciso voi Ellis?- incalza, in preda alla rabbia e alla
frustrazione, strattonando a vuoto la ragnatela.
-Sì. Sarebbe stato complicato gestire la
divulgazione della tua identità segreta e avevamo bisogno di tenerti impegnato
durante questo periodo di... preparativi. Ci scusiamo con te sia per il
trattamento che ti ha riservato Tarantula sia per il trasferimento forzoso.
-Scuse non accettate. Dov'è la Donna Ragno?
-Al sicuro, puoi star tranquillo. Abbiamo a cuore la
sorte di ogni rappresentante umano degli aracnidi. Questo vale anche per David
Tyne.
Il cuore di Ben perde qualche colpo a sentir pronunciare
il nome di suo figlio da uno sconosciuto, davanti alle orecchie di alcuni dei
suoi peggiori nemici. Il leader del trio sembra leggere nei suoi pensieri:
-Puoi anche star tranquillo che la tua identità
segreta è ancora salva. Tarantole, potete accomodarvi fuori e far venire la
donna?
I due scagnozzi chinano il capo, i loro sguardi
potrebbero incenerire Mitsuru Katsura e il Ragno Rosso tanto sono intensi e se
la maschera non glielo coprisse interamente, il volto di Tarantula Nera
rivelerebbe un odio profondo, diretto probabilmente ad entrambi.
Dopo pochi secondi, una nuova fitta al petto
colpisce Reilly, alla vista di quell'inconfondibile chioma rossa.
-Elisabeth...! Cosa ci fai qui?
-Ben... - si lascia sfuggire la ragazza, con gli
occhi lucidi, correndo ad abbracciarlo -Lo so, la situazione è assurda, ma...
quest'uomo... dice di poter guarire David e di poterlo liberare!
-Come? Perché?
-Perché è il figlio di un uomo-ragno e ha grandi
prospettive davanti - interviene Katsura - Il come? Abbiamo il potere di un
dio. Il dio dei ragni. In quanto tale, richiediamo in cambio la fede nei nostri
confronti. Potremmo facilmente farti un lavaggio del cervello e metterti alla
nostra mercé, misura estrema che abbiamo dovuto utilizzare in estremi casi, ma
lo riteniamo un metodo indegno e improduttivo. Preferiamo un'adesione
volontaria e lucida alla nostra causa. Che cosa decidi, Benjamin Reilly?
Una tempesta infuria nella mente del Ragno Rosso.
Non si fida nemmeno per un attimo di un alleato di Tarantula Nera, complice di
un brutale omicidio, e dalle così poco chiare intenzioni. Eppure avverte che
c'è qualcosa di potente in lui, qualcosa che l'Uomo Ragno ha avvertito solo al
cospetto di Thor o Ercole. Se fosse in buona fede riguardo suo figlio, potrebbe
azzardare una scommessa per prendere due piccioni con una fava.
-Parliamone...
Continua su
"L'Uomo Ragno" #73!
NOTE DEGLI AUTORI
E così eccoci infine giunti non solo alla fine di
quest’episodio scritto a più mani, ma anche alla collaborazione dei tre umili
autori (umili? Beh… insomma: diciamo un umile autore e due ego stratosferici. A
voi stabilire di chi stiamo parlando -_^) che l’hanno redatto.
Il nostro scopo dichiarato era traghettare il Ragno
Rosso dalla precedente alla nuova gestione e speriamo che voi abbiate gradito.
Noi ce l’abbiamo messa tutta, comunque, quindi siate indulgenti. -_^
Dal prossimo episodio il buon Carmelo Mobilia
prenderà saldamente in mano le redini della vita del Ragno Rosso per portarlo
là dove nessun Uomo Ragno è mai giunto prima… Oops forse ho confuso le
citazioni. -_^
Nel frattempo, per avere maggiori informazioni su
Mitsuru Katsura e sui suoi piani misteriosi, assicuratevi di aver letto Uomo
Ragno MIT #68/75 e Webspinners #33/35 e ricordate che le sue vicende, che
coinvolgeranno Uomo Ragno, Ragno Nero, Ragno Rosso, ben quattro Donne Ragno e
tanti di quei personaggi con “Ragno” nel nome che di alcuni di essi nemmeno i
loro creatori ricordavano l’esistenza -_^, troveranno epilogo su Uomo Ragno
#75, che vi invitiamo caldamente a leggere (invito del tutto disinteressato
s’intende: il fatto che sarà scritto da uno degli autori di questa storia è
solo una fortunata coincidenza, è ovvio -_^).
Nel prossimo episodio: Reduce dagli eventi
newyorchesi, il Ragno Rosso deve affrontare nuove sfide e inoltre, scopriremo
cosa nel frattempo è successo a Helen Spacey.
Non mancate. Carmelo sarà rimasto solo al timone
della serie ed avrà bisogno del vostro sostegno.
Mickey, Carlo & Carmelo
[1] O C.S.I. per voi maniaci della TV. -_^
[2] Se vi sembra un dialogo familiare, vuol dire che avete visto Taxi Driver e questa è decisamente una nota di merito per voi. -_^
[3] Come visto nell’ultimo episodio.
[4] Su Webspinners #10-11.
[5] Quindi siamo tra i numeri #71 e #72 dell'Uomo Ragno.
[6] Da L'Uomo Ragno #25, di un decennio fa -_^
[7] L'azienda tecnologico-farmaceutica che aveva ottenuto l'affidamento di David Tyne.
[8] In Webspinners #15.
[9] Nell’episodio #6.