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#11 – RAGNATELE D’INGANNI
Parte terza.

 

di Carmelo Mobilia, Carlo Monni e Mickey

 

 

San Francisco. Sede della Divisione Servizi Forensi.

 

Ben Reilly entra trafelato e corre lungo il corridoio per raggiungere il suo cubicolo.

-Tranquillo, Reilly.- gli si rivolge Larry Talenkov –Non sei più in ritardo del solito.

-Mi tranquillizzi davvero dicendo così, Larry.- replica Ben –La Lennox è arrivata?

-No, volevi parlarle?

-Volevo solo dirle che mi prenderò qualche giorno di ferie: ho degli affari personali da sbrigare.

-E come la metti con il tuo arretrato, ispettore Reilly?

            La voce di donna fa sobbalzare Ben, che si volta per vedere il suo superiore, il Tenente Shirley Lennox, capo dell’Unità Scena del Crimine.[1]

-Non ho molto arretrato e conto di sbrigarlo stamani.- si affretta a replicare Ben -Mi metto subito al lavoro.

-Sarà meglio. Vengo or ora da un colloquio col Capo della Divisione e pare che siamo tutti sotto pressione.

-Non sarà per il caso Ellis?- chiede con una punta di apprensione Ben –Ci sono novità?

-Nessuna che io sappia. Noi abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare e non è certo colpa nostra se Marie non ha trovato niente nell’hard disk danneggiato del computer di Ellis. Il nostro assassino è stato violento ma anche abile. Beh, diamoci una mossa: quello di Ellis non è l’unico crimine di questa città, il lavoro non ci manca purtroppo. Va a guadagnarti le ferie Reilly.

-Corro, capo.

 

 

Las Vegas, Nevada.

 

<<Questa è una 38 pollici, un’arma poco ingombrante, adatta a una donna. La può portare nella borsetta senza accorgersi di averla. Acciaio cromato, canna corta, ha una meccanica di precisione … alcune pistole sono giocattoli, ma questa no: la può usare tutto il giorno come martello, poi va a sparare e le fa un centro dopo l’altro.>>[2] così le aveva detto quel venditore. Helen è andata poi al poligono di tiro per provarla e adesso si accorge che aveva ragione: la pistola si adatta perfettamente alle sue esigenze: non è troppo pesante, non si sbilancia quando spara e il rinculo è minimo. Ormai ci ha fatto l’abitudine e comincia a fare centro con una certa frequenza. Deve avercelo nel sangue in fondo è pur sempre la figlia – o meglio, il clone della figlia – di un capitano della polizia.

 

Quando torna al suo motel, la prima cosa che fa è una doccia calda, per togliersi l’odore della polvere da sparo. Uscita dalla doccia, con ancora addosso l’accappatoio va al tavolo, dove c’è la busta che qualche giorno fa le ha consegnato Lindsay McCabe. Lì dentro ci sono le foto e gli indirizzi dei cinque bastardi che le hanno rovinato la vita. Dice a se stessa che è pronta, che la mano non le tremerà quando sarà il momento. Continua a ripeterselo, ma è più una preghiera che una sincera convinzione.

 

 

Ufficio della Drew & McCabe Investigations. Prima mattina

 

La Donna Ragno plana con grazia sino al cornicione della finestra del suo ufficio e vi entra rapidamente. Deve ammetterlo: essere di nuovo una supereroina le piace e sarà bene che sia i delinquenti che i poliziotti si abituino ad averla in giro come una volta.  Mentre si sfila la maschera rivelando i dolci lineamenti di Jessica Drew, ecco che nell’ufficio entra la sua socia e coinquilina Lindsay McCabe. La bionda ex modella ed ex attrice quasi sobbalza vedendola in costume.

-Scusa Jess. Non mi sono ancora abituata a rivederti con addosso quella tenuta

-Ti capisco, Lindsay: anch’io mi sento ancora un po’ spaesata dopotutto.

-Picchiato qualche cattivo?

-Qualcuno.—risponde Jessica con un sorriso. –E tu? Hai qualche novità sui casi di cui ci stiamo occupando? Quella Spacey di cui mi hai parlato, ad esempio?

-Si e l’ho comunicato alla cliente.[3] Intanto ho trovato anche qualcosa sul caso Tyne: ho rintracciato il percorso di un carico che da Portland nell’Oregon è arrivato in un laboratorio Oscorp nei pressi di New York. Il carico non era specificato, ma potrebbe essere stato il piccolo Tyne, visto che nel trasporto erano incluse attrezzature mediche sofisticate.

-Sei diventata un’abilissima hacker Lindsay, complimenti.

-Una delle mie tante doti.

-Chiamiamo i clienti.

-Ho provato al numero di Reilly, ma non risponde, Miss Tyne sarà qui a mezzogiorno.

-Sei perfetta, non so cosa farei senza di te.

-Meglio non scoprirlo mai, ti pare?

 

 

San Francisco. Sede della Divisione Servizi Forensi.

 

L'ispettore Reilly alza gli occhi dall'ultimo rapporto che deve consegnare. Il tenente è stata ingiustamente severa con lui: non si è preso un giorno libero da quando è andato a Portland alla ricerca di David [4]. E non è un caso che, mesi dopo, sia di nuovo il bambino il motivo scatenante.

Gli sovviene in mente di aggiornare Peter Parker sulla situazione, soprattutto se dovranno vedersi a New York. Per questo si allontana dalla sua postazione con il cellulare, per chiacchierare al riparo da orecchie indiscrete.

-Peter, sei al lavoro? Puoi parlare?

-Veramente sono a casa. Sono uscito da poco dall’ospedale, ma non preoccuparti, niente di grave[5]... adesso. Kaine… voglio dire Abel… te ne ha accennato...?

-Non ho contatti con lui da quando ho lasciato New York[6] - gli ricorda Ben, con una nota di tristezza e imbarazzo.

-Non si sa mai. Poi ti racconto, basta che non arrivi la notizia a Mary Jane che non voglio farla preoccupare inutilmente. Dimmi tutto.

-Ok, poi mi spieghi. Senti, ho ingaggiato Jessica Drew per la faccenda di mio figlio e mi ha dato la conferma di ciò che avremmo dovuto sospettare.

-Cioè?
-Che dopo che la Garid[7] è stata rilevata dalle industrie Osborn[8], casualmente - riferisce, con tono sarcastico - hanno trasferito David nella sede di New York.


-Mmm... io contavo sul fatto che Norman avesse dimenticato tutto...

-Fino a un certo punto. Ricorda la sua faida con l'Uomo Ragno e ricorderà anche di... avermi ucciso - abbassa la voce, per non farsi sentire e per attenuare il peso del ricordo - o che, ufficialmente, lui mi ha tenuto sequestrato per anni, e così via. E siccome David avrà dei geni ragneschi, e io ho fatto il tentativo di riprendermelo... l'interesse gli sarà sorto.

-Ha senso. Mi dispiace di non essermi dato da fare di più in questo senso. Appena esco di qui ci lavoriamo su. Posso almeno parlare con Liz.

-È un'idea, ma per ora non farei nessun passo: non vorrei che mettessi in allarme Osborn e che rimescolasse le carte prima che possiamo intervenire.

-Aspetto tue direttive, allora. Verrai qui? Tanto ho casa libera e mi farebbe piacere vederti, a prescindere da tutto. Lavoro permettendo.

-Sto aspettando il permesso di andare in ferie e vorrei mettermi d'accordo con Elisabeth, che però non riesco a rintracciare...

-Fammi sapere. Ci sono novità sulla morte di Ken?

-Pare sia stato Tarantula Nera, con un complice giapponese o cinese. Mi sfugge ancora il movente, ma intanto il Ragno Rosso rimane il principale indiziato e non ho prove da portare a discolpa.

-Ne usciremo come ne siamo usciti tante volte.

-Che insolito ottimismo per un Parker.

-Effetti collaterali di una morte scampata.

-Ehi, raccontami cosa ti è successo...



San Francisco International Airport. San Mateo County, California.

 

Elizabeth Tyne si guarda un attimo indietro poi scuote le spalle e si avvia verso il Terminal 2 ed il suo volo per New York. Grazie a quello che le ha detto Lindsay McCabe, ora ha un’opportunità di trovare suo figlio e non se la lascerà sfuggire. Non sa bene cosa farà una volta che avrà raggiunto il posto indicatole, ma non le importa: vuole essere vicina a suo figlio. Ha commesso un errore ad abbandonarlo una volta, non lo farà di nuovo. Avrebbe preferito che Ben fosse venuto con lei, ma non è riuscita a rintracciarlo e non vuole aspettare di più: quando leggerà il messaggio che lei gli ha lasciato sul cellulare potrà raggiungerla, se lo vorrà ed Elizabeth spera proprio che lo faccia.

Prende posto nell’aereo e cerca di non pensare a quel che potrà succedere. Solo David conta adesso, il resto non ha importanza.

 

 

Laboratorio biomedico della Oscorp New York.

 

È notte quando due speciali ospiti si aggirano per questo stabilimento delle industrie Osborn. Si fermano davanti a una camera di stasi, dotata di una finestra che permette di vedere il volto di un bambino in animazione sospesa.

-E così, speravi di trovare una cura al tuo male grazie a questo bambino? - domanda retoricamente Katsura al presidente della compagnia, affetto da una malattia neurodegenerativa ignota.

-Se la considerate un'ingenuità, sarà stata dettata dalla disperazione - ammette Norman Osborn.

-Finché ci saremo noi, non ne avrai bisogno. Noi, invece, avremo bisogno che David sopravviva e cresca forte.

-Potete guarirlo?

-Non ancora, lo sai. Quando i tempi saranno maturi... - allude Mitsuru, per poi chinarsi su David Tyne e fargli un segno di benedizione - Resisti, figliolo, e avrai un grande futuro davanti a te.

 

 

San Francisco, Casa di Jessica Drew. Tarda mattinata.

 

La scampanellata strappa Jessica Drew ad un corroborante sonno. Dopo una notte intensa passata a cacciare criminali nei panni della Donna Ragno, sperava di potersi riposare per l’intera giornata, ma a quanto pare qualcuno ha avuto idee diverse.

Si infila rapidamente una vestaglia e scende correndo le scale. Quando apre la porta si trova di fronte una figura familiare, una donna che non vedeva da molto tempo.

-Bree Morrel!- esclama –Che ci fai da questi parti?-

-Ho sentito che eri tornata in azione e volevo darti il benvenuto.- replica la detective

Si era quasi scordata che Bree Morrel è a conoscenza della sua doppia identità, ma c’è qualcuno in giro che non è al corrente? Possibile che solo il Ragno Rosso riesca a mantenere un segreto decente?

-Tu non fai mai visite di cortesia, tenente. Cosa vuoi da me?

-Come sei cinica: davvero non credi che volessi solo far visita ad una vecchia amica?- lo sguardo di Jessica è abbastanza eloquente e Bree fa un sorriso allargando le braccia –Ok volevo sapere se per caso sai qualcosa sul Ragno Rosso, magari dove trovarlo.

-Credi che solo perché abbiamo entrambi “Ragno” nel nome dobbiamo per forza essere vecchi amici? Non so un accidente di lui ed anche se lo sapessi… perché dovrei dirlo a te? Per fartelo arrestare con un’accusa di omicidio di cui è probabilmente innocente?

-Se è davvero innocente non ha nulla di cui aver paura, ti pare? Comunque non è solo me che deve temere.

-Cosa vuoi dire?

-Gira voce che Tarantula Nera lo stia cercando per farlo a fettine e quello è il tipo di farlo davvero se lo trova prima di noi.

Jessica corruga la fronte. Se solo la metà delle cose che ha sentito raccontare su Tarantula Nera sono vere, il Ragno Rosso non ha molte speranze contro di lui. Non può lasciarlo solo anche se lui, col suo stupido orgoglio da macho, ha rifiutato il suo aiuto.

 

 

Per le strade di San Francisco.

 

Il Ragno Rosso si libra tra i palazzi appeso alla sua tela, in attesa che il suo senso di ragno lo avvisi di qualche pericolo. Marina gli ha detto “è a messa” ma non ha aggiunto altro. E come avrebbe potuto, nello stato in cui si trova, quella poveretta? È una pista scarsa. Ha provato in una chiesa sconsacrata che conosceva, ma a parte i barboni e i topi non c’era nessuno. Dove diavolo può essersi cacciato Fabian LaMuerto? Deve assolutamente scoprire perché ha ucciso Ellis. Cosa ne ha ricavato? E perché distruggere anche il computer?  Avrà delle risposte, a qualunque costo. Finalmente il senso di ragno inizia a pizzicare, e il Rosso vira nella direzione che gli ha indicato. L’intensità non è eccessiva, quindi non si tratta di un grosso pericolo. Non per lui almeno. Non la pensa così il tizio che grida aiuto inseguito da tre teppisti. Un tentativo di rapina che non andrà a buon fine, pensa tra se e se Ben. Non è certo quello che stava cercando, ma la parte dei suoi ricordi che appartiene ai Parker rammenta ancora con dolore il menefreghismo che costò la vita di zio Ben, e dunque non si volterà dall’altra parte. Mai. Si stacca dalla tela e atterra proprio tra i rapinatori e la loro vittima, caduta a terra durante la corsa.

-Vaffanculo Ragno io ti apro in due! – grida impavido uno di loro, facendo scattare la molla di un serramanico. Poi i tre gli si fanno incontro, accerchiandolo. Una mossa tatticamente brillante, ma completamente inutile contro il Ragno Rosso; grazie alla sua agilità sovrumana potrebbe realmente sconfiggerli con le mani legate dietro la schiena. Spicca un balzo e atterra con forza sulla schiena di quello armato dopodiché rimbalzando come una palla matta colpisce un secondo assalitore al petto con un calcio. Il terzo complice si dà alla fuga, capendo di non avere nessuna speranza, ma con una torsione del polso dai lancia ragnatele sui polsi il Rosso spara una delle sue tele ad impatto, che lo avvolge in un bozzolo appiccicoso. Il tutto è durato pochi secondi.

-È tutto finito, stia tranquillo …- dice voltandosi in direzione della vittima ma questa, ancora sotto shock, non ha smesso di tremare.

-NON FARMI DEL MALE, TI PREGO! NON UCCIDERMI! TI DARÒ TUTTO QUELLO CHE VUOI!– urla disperato.

-Stia calmo, io non voglio…

Ma quello non lo ascolta neppure e rimettendosi in piedi riprende a scappare.

La fortuna di alcuni è la sfortuna di altri, e mentre scappa il tale incappa in una volante della polizia, accorsa per via delle grida. Gli agenti scendono di corsa dall’auto:

-È il Ragno Rosso! È ricercato per omicidio!- dice il primo.

-Prendiamolo! – gli fa eco l’altro, mettendo mano al manganello.

Anche loro come i teppisti di poco fa non sono certo una minaccia per lui, ma Ben non ha nessuna intenzione di battersi con dei suoi colleghi. Lancia verso l’altro un’altra tela, lasciando la strada, allontanandosi dalle grida dei poliziotti che gli intimano inutilmente di fermarsi.

 

 

Nob Hill. Circa due ore dopo.

 

La Donna Ragno è ormai al terzo giro nei dintorni e comincia a stancarsi. Con l’aiuto di Lindsay è riuscita a tracciare una mappa delle apparizioni del Ragno Rosso fin da quando è arrivato a San Francisco, individuando i due o tre posti in cui è stato visto più spesso. Li ha percorsi più volte sperando di vederlo apparire, finora senza successo. Il guaio è che Tarantula Nera potrebbe aver fatto lo stesso ragionamento ed aver avuto più fortuna. No: la sua pazienza è stata ricompensata. Eccolo!

 

Il Ragno Rosso è decisamente frustrato: oltre ad essere rimasto turbato dall’essere considerato un assassino dalle forze dell’ordine di cui fa parte nella sua vita civile, non ha ancora trovato alcuna traccia di Tarantula Nera, e non ha avuto nemmeno fortuna nel suo tentativo di ritrovare Helen, comincia a temere che abbia  lasciato la città… ma perché avrebbe dovuto farlo?

Per colmo di sfortuna gli si è anche scaricato il cellulare. Spera almeno che nessuno di importante abbia tentato di chiamarlo. Meno male che è in ferie o la Lennox l’avrebbe tritato.

-Ragno Rosso!-

L’arrampicamuri scarlatto riconosce subito la figura che plana davanti a lui atterrando a breve distanza.

-Donna Ragno, è un piacere vederti.- le si rivolge raggiungendola.

-Che posso fare per te?

-Ti cercavo per avvertirti: Tarantula Nera ti sta cercando per ucciderti.

-Non gli è andato giù lo scherzetto della notte scorsa eh? Beh io sto cercando lui. Vediamo chi trova prima chi.

-Se quel che ho sentito di lui è vero, non puoi affrontarlo da solo.

In effetti, pensa Ben, l’ultima volta che ci siamo scontrati mi ha quasi ridotto in polpette e non sono nemmeno riuscito ad impedirgli di uccidere suo zio,[9] un po’ di aiuto mi potrebbe fare comodo.

-Ti ringrazio dell’offerta.- replica –In due potremmo riuscire a tenergli testa.

-Non esserne troppo sicuro, Ragno.

La voce è secca come una frustata e mentre il suo senso di ragno pizzica furiosamente Ben sa che il cacciatore ha trovato la sua preda.

-Fabian…- gli si rivolge -Speravo che tu fossi rinsavito, ragazzo, ma vedo che era un’illusione.

-Ti ho dato la caccia per tutta la città, ma finalmente sono riuscito a trovarti ed ora la pagherai per tutto quello che mi hai fatto.

Se non altro pare che non sappia chi è lui veramente o lo avrebbe trovato molto prima a colpo sicuro, magra consolazione, comunque.

-Come vedi, non è da solo.- interviene la Donna Ragno -Se vuoi ucciderlo dovrai combattere anche me per riuscirci.

-Non m’importa se hai portato la fidanzatina in tinta per aiutarti, Rosso.- replica, sprezzante il loro avversario -Stanotte morirai, stanne certo! -

Tarantula Nera passa immediatamente dalle parole ai fatti, sferrando un violento calcio che però, grazie al suo senso di ragno, Ben scansa abilmente. La Donna Ragno invece, vuoi anche per la lunga inattività dal ruolo di supereroina, non è altrettanto abile, e quando Tarantula ruota il pugno il dorso della sua mano le colpisce la tempia e la lascia stordita. Per evitare che s’accanisca sulla sua compagna il Ragno Rosso passa all’attacco, colpendolo al volto prima con un destro, e poi con un calcio, ma il criminale non batte ciglio, grazie alla sua mascella di ferro.

È  forte, coriaceo e furioso. Ha steso Jessica con un solo colpo. Devo farlo stancare, sfinirlo, pensa il Ragno Rosso.

Ma è più facile a dirsi che a farsi. La convinzione che il Ragno Rosso abbia fatto del male a sua madre ha mandato Tarantula Nera in uno stato adrenalinico tale da non sentire nè la fatica nè il dolore.

-Perché hai ucciso Ellis? Che cosa ne hai ricavato ad incastrarmi?- gli chiede Ben

-Non ha importanza il perché l’ho fatto, tanto stai per morire! -

L’affermazione conferma i suoi sospetti. È stato lui ad ucciderlo. La sua motivazione però è ancora un mistero.

-Sei un assassino, Fabian. Come lo era tuo padre. Non t’importa di quello che stai facendo passare a tua madre?

-STA’ ZITTO! -grida, e un suo pugno va a bersaglio colpendolo all’addome. Il Rosso cade a terra, piegato in due dal dolore, e il suo avversario è sul punto di schiacciargli il cranio con un piede, quando provvidenzialmente una scarica velenosa della Donna Ragno lo colpisce alla schiena, paralizzandolo. Mentre è bloccato Jessica ne approfitta per dargli addosso, utilizzando su di lui il suo addestramento da spia: lo colpisce alle ginocchia con un calcio, poi con un pugno allo sterno, e infine con un calcio rotante alla testa. Tarantula va al tappeto. Dopo aver preso un minuto per rifiatare, la Donna Ragno va a soccorrere il suo alleato.

-Stai bene? - chiede, aiutandolo ad alzarsi. Ma il senso di ragno pizzica all’impazzata e il Rosso sa che il nemico non è ancora sconfitto.

-No, non mollarlo... lui... - non riesce a finire la frase, entrambi vengono colpiti alla schiena da un enorme palo della luce che Tarantula ha sradicato dal marciapiede senza alcuno sforzo. Il colpo è di una forza inaudita, i due giustizieri ragneschi perdono i sensi a causa dell’impatto. Fabian LaMuerto è sopra di loro, impugnando tra le mani l’improvvisata arma. Sta per dare il colpo di grazia, quando all’improvviso un telefono squilla, a gran volume e con insistenza. Quel suono spezza la concentrazione e dissipa l'atmosfera epica del loro scontro.

Una telefonata ha trasformato anzitempo l'inerme Fabian Caches nel temibile erede della maledizione del manto della Tarantula.

Non può che provenire dalla stessa persona.

-Pronto?

-Harpagus, fermati. I due ragni ci servono vivi.

-Signore, sono un LaMuerto e questa è una questione di onore. Il Rosso ha coinvolto mia madre e...

-Harpagus - insiste Mitsuru Katsura - tutto rientra in un disegno che non puoi capire. La tua casa di San Francisco non ti serviva più. I tempi sono maturi. Abbiamo bisogno di te, qui, a Nuova York. Devi officiare la funzione per l'Epifania.

-Sarà un onore, Signore - si arrende la tarantola, con il sopravvento del suo retaggio - Vi raggiungerò quanto prima.

- Porta con te i tuoi discepoli più fedeli e, s'intende, il Rosso e la Donna, prima che riacquistino le forze.

Fabian chiude la conversazione sbriciolando il telefono nella propria mano.

 

Cinque minuti più tardi, il terreno sotto i piedi di Ben Reilly e Jessica Drew sobbalza, facendo riacquistare loro coscienza.

Sono imbavagliati, legati in una morsa d'acciaio, in una posizione che impedisce loro ogni articolazione.

Riescono a malapena a riconoscersi nel buio. Eppure capiscono: sono nel retro di un camion in movimento.

- Dv czz c stnn prtnd?! - biascica il Ragno Rosso.

 

 

New York. Qualche tempo dopo.


Ben Reilly si risveglia stordito e indolenzito. Ha ricordi confusi circa le ultime ore. Ha la sensazione di essere stato drogato o giù di lì. Ha ancora addosso il suo costume, sudicio come se non si cambiasse da tempo.

Si guarda intorno e si rende conto di trovarsi in una sorta di cella di antica costruzione, simile allo scenario delle segrete di un castello da fantasy. È solo, non c'è traccia di Jessica Drew. Prova ad alzarsi e si rende conto di essere bloccato da ragnatele. Non del tipo classico brevettato dai Parker; ma piuttosto, simili alla tela di origine psichica in dote all'altra Donna Ragno, quella che adesso si fa chiamare Aracne. Non ha neanche il tempo di fare ulteriormente mente locale, che la porta si apre facendo entrare tre losche figure.

Un giapponese, Tarantula Nera e Tarantula.

-Ben svegliato, Ragno Rosso.

-Voi... dove siamo?

-Siamo a New York, nei sotterranei del Tempio a noi dedicato. Conosci già Fabian e Domingo.

-Purtroppo... non eri in carcere, Guzman? E... cosa volete da me? Avete ucciso voi Ellis?- incalza, in preda alla rabbia e alla frustrazione, strattonando a vuoto la ragnatela.

-Sì. Sarebbe stato complicato gestire la divulgazione della tua identità segreta e avevamo bisogno di tenerti impegnato durante questo periodo di... preparativi. Ci scusiamo con te sia per il trattamento che ti ha riservato Tarantula sia per il trasferimento forzoso.

-Scuse non accettate. Dov'è la Donna Ragno?

-Al sicuro, puoi star tranquillo. Abbiamo a cuore la sorte di ogni rappresentante umano degli aracnidi. Questo vale anche per David Tyne.

Il cuore di Ben perde qualche colpo a sentir pronunciare il nome di suo figlio da uno sconosciuto, davanti alle orecchie di alcuni dei suoi peggiori nemici. Il leader del trio sembra leggere nei suoi pensieri:

-Puoi anche star tranquillo che la tua identità segreta è ancora salva. Tarantole, potete accomodarvi fuori e far venire la donna?

I due scagnozzi chinano il capo, i loro sguardi potrebbero incenerire Mitsuru Katsura e il Ragno Rosso tanto sono intensi e se la maschera non glielo coprisse interamente, il volto di Tarantula Nera rivelerebbe un odio profondo, diretto probabilmente ad entrambi.

Dopo pochi secondi, una nuova fitta al petto colpisce Reilly, alla vista di quell'inconfondibile chioma rossa.

-Elisabeth...! Cosa ci fai qui?

-Ben... - si lascia sfuggire la ragazza, con gli occhi lucidi, correndo ad abbracciarlo -Lo so, la situazione è assurda, ma... quest'uomo... dice di poter guarire David e di poterlo liberare!

-Come? Perché?

-Perché è il figlio di un uomo-ragno e ha grandi prospettive davanti - interviene Katsura - Il come? Abbiamo il potere di un dio. Il dio dei ragni. In quanto tale, richiediamo in cambio la fede nei nostri confronti. Potremmo facilmente farti un lavaggio del cervello e metterti alla nostra mercé, misura estrema che abbiamo dovuto utilizzare in estremi casi, ma lo riteniamo un metodo indegno e improduttivo. Preferiamo un'adesione volontaria e lucida alla nostra causa. Che cosa decidi, Benjamin Reilly?

Una tempesta infuria nella mente del Ragno Rosso. Non si fida nemmeno per un attimo di un alleato di Tarantula Nera, complice di un brutale omicidio, e dalle così poco chiare intenzioni. Eppure avverte che c'è qualcosa di potente in lui, qualcosa che l'Uomo Ragno ha avvertito solo al cospetto di Thor o Ercole. Se fosse in buona fede riguardo suo figlio, potrebbe azzardare una scommessa per prendere due piccioni con una fava.

-Parliamone...

 

Continua su "L'Uomo Ragno" #73!

 

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

 

E così eccoci infine giunti non solo alla fine di quest’episodio scritto a più mani, ma anche alla collaborazione dei tre umili autori (umili? Beh… insomma: diciamo un umile autore e due ego stratosferici. A voi stabilire di chi stiamo parlando -_^) che l’hanno redatto.

Il nostro scopo dichiarato era traghettare il Ragno Rosso dalla precedente alla nuova gestione e speriamo che voi abbiate gradito. Noi ce l’abbiamo messa tutta, comunque, quindi siate indulgenti. -_^

Dal prossimo episodio il buon Carmelo Mobilia prenderà saldamente in mano le redini della vita del Ragno Rosso per portarlo là dove nessun Uomo Ragno è mai giunto prima… Oops forse ho confuso le citazioni. -_^

Nel frattempo, per avere maggiori informazioni su Mitsuru Katsura e sui suoi piani misteriosi, assicuratevi di aver letto Uomo Ragno MIT #68/75 e Webspinners #33/35 e ricordate che le sue vicende, che coinvolgeranno Uomo Ragno, Ragno Nero, Ragno Rosso, ben quattro Donne Ragno e tanti di quei personaggi con “Ragno” nel nome che di alcuni di essi nemmeno i loro creatori ricordavano l’esistenza -_^, troveranno epilogo su Uomo Ragno #75, che vi invitiamo caldamente a leggere (invito del tutto disinteressato s’intende: il fatto che sarà scritto da uno degli autori di questa storia è solo una fortunata coincidenza, è ovvio -_^).

Nel prossimo episodio: Reduce dagli eventi newyorchesi, il Ragno Rosso deve affrontare nuove sfide e inoltre, scopriremo cosa nel frattempo è successo a Helen Spacey.

Non mancate. Carmelo sarà rimasto solo al timone della serie ed avrà bisogno del vostro sostegno.



 

Mickey, Carlo & Carmelo

 

 

 



[1] O C.S.I. per voi maniaci della TV. -_^

[2] Se vi sembra un dialogo familiare, vuol dire che avete visto Taxi Driver e questa è decisamente una nota di merito per voi. -_^

[3] Come visto nell’ultimo episodio.

[4] Su Webspinners #10-11.

[5] Quindi siamo tra i numeri #71 e #72 dell'Uomo Ragno.

[6] Da L'Uomo Ragno #25, di un decennio fa -_^

[7] L'azienda tecnologico-farmaceutica che aveva ottenuto l'affidamento di David Tyne.

[8] In Webspinners #15.

[9] Nell’episodio #6.